J-Ax e Fedez, il pm perdona la fake news sui due rapper
La bufala che vedeva coinvolti J Ax e Fedez in un arresto per possesso di cocaina non costituirebbe reato…
«J-Ax e Fedez arrestati con 28 grammi di cocaina nella macchina» una bufala il cui autore, però, potrebbe non subire conseguenze. La Procura di Milano, infatti, ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta per diffamazione perché, il soggetto che l’ha pubblicata è un noto fabbricante di fake news.
Il sito da cui è partita la falsa notizia è rollingstone.live – un nome che richiama subito l’autorevole rivista musicale – ma con la quale non ha assolutamente niente da spartire. Il quotidiano Corriere della sera riporta la fake news così ”dopo aver imboccato contromano via Montenapoleone a Milano nel Quadrilatero della moda, i due rapper erano stati fermati dai carabinieri che nella loro auto avevano trovato la coca, tutto sotto gli occhi di un testimone che aveva dichiarato che J-Ax e Fedez, prima di essere portati in caserma, avevano giurato che la droga non era la loro.”
La fake news, anche se le intenzioni dell’autore erano satiriche, aveva costretto J -Ax e Fedez a fare una smentita ufficiale attraverso l’agenzia giornalistica Ansa.
Crime Time Fedez contro Salvini ”Cercavi spacciatori al citofono e ne avevi uno come consigliere”Secondo il sostituto procuratore milanese Isabella Samek Lodovici, che chiede l’archiviazione dell’inchiesta, il reato è «oggettivamente configurabile» solo che il comportamento dell’indagato «si colloca nel contesto della disinformazione che spesso caratterizza l’ambito delle notizie dedicate al cosidetto gossip con la spettacolarizzazione del pettegolezzo». Oltretutto l’indagato, un umbro di 38 anni, è «noto come “il re della bufala sociale italiana”» e ha al suo attivo «numerose fake news, cioè avvenimenti inventati con titoli sensazionalistici».
Per gli avvocati Gabriele Minniti e Andrea Pietrolucci, che assistono Fedez, invece la falsa notizia, essendo stata confezionata in modo verosimile avrebbe fatto danni molto gravi.
Secondo i legali dei due artisti, comunque, non può mai esistere un «diritto alla disinformazione che riguarderebbe tutte le notizie sui cosiddetti Vip» perchè questo tipo di notizie sono «in grado di influenzare e indirizzare le opinioni, le scelte e le tendenze di una considerevole quantità di persone» e, aggiungono, «a nulla vale che il querelato sia noto come il «Re delle bufale», perché al momento della pubblicazione della fake news «la paternità dell’articolo non era nota».
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