Vanessa LeMaistre accusa Metro Boomin: “Mi ha stuprata e ho dovuto abortire”
Metro è stato accusato ieri dalla donna per un’aggressione risalente al 2016
Forse il tanto atteso #MeToo dell’industria discografica, previsto dopo l’arresto di Diddy, è effettivamente cominciato. Dopo le decine di denunce a Sean Combs e quelle a Kanye West, è arrivato il momento di Metro Boomin, accusato ieri da una donna che sostiene di essere rimasta incinta (e di aver successivamente abortito) dopo una violenza compiuta dal producer.
Ultime uscite Retrorap – Future & Metro BoominVanessa LeMaistre, questo il nome della donna, ha raccontato di un incontro con Metro avvenuto in uno studio di registrazione di Los Angeles nel 2016. Il produttore l’aveva invitata a LA dopo che i due si erano incontrati a Las Vegas e c’era stata una certa intesa. Fresca del lutto di suo figlio di 9 mesi, LeMaistre aveva assunto degli alcolici e mezzo Xanax mentre Boomin indulgeva nella lean. Dopo un po’ sarebbe collassata sul divano, ma con sua grande sorpresa si sarebbe risvegliata nel letto di una camera d’hotel in compagni di Metro che, indifferente rispetto alla sua condizione, stava abusando del suo corpo.
Oltre a un brutto ricordo, però, l’episodio le aveva lasciato anche un altro souvenir: una gravidanza, ovviamente non desiderata, che LeMaistre ha poi tempestivamente interrotto. Non solo, ma secondo lei Metro ha anche inserito la vicenda nel brano “Rap Saved Me”, nella barra di 21Savage “She took a Xanny (Yeah), then she fainted (Yeah)“.
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A questo punto tocca alle indagini chiarire come effettivamente si sia svolta la vicenda e verificare le accuse di LeMaistre. Si tratta della prima causa civile per stupro di Metro Boomin, finora citato in giudizio solo per questioni legate alla musica. Potrebbe essere il segno che le donne abbiano preso coraggio e si siano convinte che, per quanto rigida, la scorza dell’Industria si può scalfire, se lottano unite per la verità. Oppure potrebbe essere, come sostiene una certa narrazione, soltanto un trend per spillare soldi. Lasciamo che sia il tempo a parlare.
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