Altre sei denunce per Diddy: tre uomini aggrediti alle feste del magnate

 Diddy colpito da altre cause per abusi presentate da Buzbee

Photo Credits: Shamsuddin Muhammad from Fort Hood, TX, USA

Altre sei denunce per Sean Combs. Il magnate è ormai sommerso dalle cause. Se Diddy è il villain allora Tony Buzbee è sicuramente in lizza per essere eletto eroe. L’avvocato di Houston ha raccolto un centinaio di denunce contro Puff e a quanto pare la sua strategia è di presentarle con il contagocce.

#Diddygate Diddygate, in 12 mila chiamano Buzbee per denunciare

In questi giorni ne sono arrivate “solo” sei, di cui quattro da parte di uomini. Tutte riguardano abusi sessuali e, delle quattro, tre sono relative alle famigerate feste del magnate, ma una si sarebbe svolta in tutt’altre circostanze. Infatti la vittima, un commesso di un negozio di abbigliamento, sarebbe stata aggredita fisicamente e sessualmente nel magazzino dell’attività.

Gli altri tre casi invece sono il resoconto di un ormai ben noto modus operandi, consolidato da Puff nel corso degli anni: drink corretto, vittima immobilizzata e abuso multiplo e/o collettivo. Naturalmente durante quelle feste degli orrori che in superficie erano note come “White Parties” ma che gli eletti sapevano ospitare parallelamente i “Freak offs”.

Delle tre vittime, una guardia di sicurezza e due semplici ospiti, una avrebbe avuto solo sedici anni. Cosa della quale ormai è inutile stupirsi (ma non indignarsi), visto che anche Buzbee ha confermato che delle oltre 120 denunce raccolte da lui, molte riguarderebbero vittime che all’epoca dei fatti sarebbero state minorenni.

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E dove c’è Diddy, ci sono guai legali -oltre a baby oil. Lauren Pisciotta, l’ex assistente di Ye che a giugno ha fatto causa al rapper per molestie, ha aggiornato la sua denuncia con il resoconto di un episodio piuttosto rilevante. La donna sostiene che un giorno che si trovava in studio di registrazione con Kanye era arrivato anche Puff Daddy. Dopo un po’ era stato offerto un drink agli ospiti, Pisciotta compresa, con l’ammonimento “se non vuoi uscire, bevi”. Dopodiché si sarebbe svolto il solito copione: la donna si sarebbe sentita confusa, sarebbe stata abusata e si sarebbe fatto finta di niente. Unica variante sul tema, lo stupratore sarebbe stato West e non Combs.