Una Promessa futura del rap

Una nuova “promessa” è arrivata in città

Nenea hartia

 

Anche questa volta Milano city ha sfornato un nuovo talento, Promessa; dalla zona Bicocca di Milano (precisamente vicino ad un’ala del Politecnico) è un vero e proprio prodigio della nuova scena italiana sia per quanto riguarda le strumentali utilizzate, alcune volte più tendenti al rap di fine anni ’90, altri più sperimentali accompagnati dai classici 808 della trap.

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La sua carriera inizia precisamente nel 2020, verso la fine del periodo del covid, durante il quale il ragazzo si è concentrato maggiormente nella produzione di brani e a novembre dello stesso anno pubblica il suo primo pezzo in studio “Figlio della Calle”; brano acerbo dal punto di vista del flow e con suoni che ci rimandano alla trap del 2016-2017 ma il testo fa intuire bene quale sia il messaggio dell’artista: raccontare le proprie umili vicende di una zona di Milano poco raccontata dagli artisti più in voga.

Da qui fino all’anno successivo pubblica un altro brano fino ad arrivare al suo primo progetto “TIME”, un EP di 6 brani con uno stampo molto aggressivo che con il tempo verrà mantenuto ma anche adeguato alla sua evoluzione stilistica.

Il suo progetto di punta è ovviamente il suo primo album ufficiale “LA DANZA DEL GRANO” uscito a marzo del 2024 dopo una serie di singoli, precisamente 8, tutti presenti all’interno del progetto; questo album è forte e diretto dove si nota una crescita esponenziale soprattutto nella capacità di scrittura di Promessa, che riesce a raccontarci nel dettaglio la vita dei ragazzini nella sua zona e di come passano le giornate, le varie peripezie del suo gruppo o di lui stesso ma, marcando molto spesso quanto le vite dei ragazzi del suo quartiere sia differente da quella della massa (un esempio lo troviamo sia nel brano “AMMO'” dove racconta delle sue serate passate mangiando fast food e parlando del sogno di una “bella vita”).

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Tra i 12 brani di questo progetto ce n’è uno in particolare che mi ha fatto capire quanto stia crescendo questo rapper e quanto possa diventare una stella in questa scena, che pian piano si sta sempre più perdendo tra mode, pop ed adattamenti sbagliati: il brano in questione è “BECCAMI IN BICO”  nel quale riesce a trasmettere vere e proprie emozioni non solo grazie al meraviglioso accompagnamento di un pianoforte e di un sax in sottofondo il tutto sotto la cura di False (anche lui un produttore emergente che, per ciò che ha fatto vedere in questo album, sembra avere davvero un grande potenziale), ma anche per le lyrics; ogni volta che sento questo brano mi viene la pelle d’oca, questo artista è riuscito a raccontare storie sotto forma di una vera e propria poesia, rappando in maniera molto fluida evolvendosi lentamente insieme alla base durante i quasi due minuti della durata del brano per poi ritornare, nelle ultime due barre, ad un ritmo più leggero concludendo il tutto con “Promesse fatte col culo per strada, tieniti il foglio di carta” per non far capire ancora di più quanto questo ragazzo sia legato alle sue origini, ai suoi amici ed al suo quartiere, ringraziandoli, insieme alla madre, anche all’interno di due barre nel mezzo del pezzo “ringrazio l’uni per la movida, ringrazio ma’ che mi ha fatto furbo abbastanza per svoltare questa vita”.

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Direi che questo esordio dica molto sul ragazzo che è Pietro, umile, determinato ma che si sa riconoscere dei meriti, cosa che esprime in un pezzo inedito uscito poco tempo fa sul suo canale Youtube nel quale si esibisce in un’acustic session sia di due brani presenti nell’album che in due brani inediti, “Da D1o” e “Pazza di Me”.

La determinazione e la voglia di uscire dalla realtà di periferia di questo ragazzo gli spianano la strada verso il successo il tutto, insieme alla sua capacità di far vivere i suoi trascorsi a chi lo ascolta; il potenziale è enorme sia al livello della metrica che delle scelte strumentali ma, la domanda, sorge spontanea: “la scena italiana è davvero pronta ad uno spostamento degli equilibri del genere?”