Afrikan Alien: le origini prima di tutto
Afrikan Alien è un album intenso, a tratti passionale
Un album intenso, a tratti passionale che rimanda direttamente tramite suoni e lyrics alle radici gambiane di Pa Salieu, naturalizzato inglese.
Afrikan Alien è un progetto pieno di spunti molto interessanti, in alcuni dei testi dei brani troviamo racconti di vita passata, non con la solita aria ribelle ma che al contrario trasmettono speranza a chi li ascolta; i due aspetti fondanti dell’album sono le strumentali e la particolarissima voce dell’artista.
Le strumentali sono il miglior metodo di espressione di questo rapper e vengono messe in primo piano in tutte le tracce del progetto; suoni e strumenti rimandano direttamente ai canti tribali africani; questo è la principale caratteristica di questo artista che riesce a non snaturarsi mai rimanendo molto attaccato alle proprie radici e riportandole in contesti più moderni, mischiate sia con i classici 808 del rap moderno che con suoni afrobeat, alcuni esempi possono essere “Soda” con Byron Messia (altro artista interessante che merita l’attenzione del grande pubblico), “Allergy” e “Regular”.
Il brano che rappresenta di più il progetto e, di conseguenza, l’artista è l’omonimo “Afrikan di Alien” realizzato insieme alla meravigliosa collaborazione di stampo melodico di Black Sherif: all’interno di questo brano Pa Salieu si racconta, denudandosi di tutte le classiche caratteristiche di artista rinomato, tornando ad essere il ragazzo gambiano dalle umilissime origini, da qui parte un vero e proprio canto di speranza con qualche piccola traccia di polemica sull’ambito del razzismo; proprio in questo brano troviamo una barra che fa capire al massimo i pareri che l’artista ha sulla nostra società, oramai persa tra violenza, razzismo e dubbi sul futuro dicendo:”Then they turn around and say the aliens are parasites hostile planet, where the melanin kryptonite”.
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Questo album è davvero incredibile, dalle basi al flow e le lyrics passando per i vari messaggi all’interno dei brani, a mio parere non ci sono stati errori così evidenti da essere segnalati, un album forte, deciso e diretto ma anche emozionante e soprattutto dance, che ci riporta direttamente con la mente nel continente dove tutto è iniziato: l’Africa.
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