I gemelli e il kierkegaardiano in Ernia
Articolo di Rakno
31.12.2020
Sarà che essendo un disco piuttosto introspettivo è passato meno in sordina in un anno caratterizzato da isolamento sociale e quarantena. Le nostre paure e i nostri dolori sono stati catalizzati e proiettati (prendendo in prestito un termine dalla psicoanalisi freudiana) sull’unico album in cui si parla veramente di sé, senza ipocrisie.
Ernia racconta delle sue sfortune in amore, dei suoi difetti e delle sue paure. E nonostante il suo personaggio rientri perfettamente nello stereotipo del ‘’dongiovanni’’ si rende simpatico e affabile.
Rimanendo nel territorio della psiche e del pensiero, il dongiovanni interpretato da Ernia è del tutto Kierkegardiano. Il paragone calza a pennello, sopratutto perchè nel discorso di Kierkegaard la musica è al centro di tutto. Principalmente perchè la potenza dell’erotico e dell’amore, secondo il filosofo, è forza costituente di un solo individuo e rappresenta l’immediatezza della genialità sensuale e dall’impossibilità di una sua riflessione.
Scrive Bruno Sacchi che ‘’ Filosoficamente, Don Giovanni rappresenta il primo stadio della vita estetica, ossia “l’immediato nella sua immediatezza” oppure anche detto ‘’la storia dell’ideale del desiderio’’. Si può ritrovare nella visione di Kierkegaard il concetto di ”seduttore psichico”, cioè colui che ha come obiettivo non tanto quello di possedere una donna fisicamente, quanto quello di possederla psichicamente. Il suo godimento è frutto d’un egoismo raffinato e sottile in quanto consiste non già nel far godere la donna ma, viceversa, nel condurla a uno stato di soggiogamento totale, senza essere a sua volta soggiogato in quest’opera di seduzione.
Nel disco di Ernia ritroviamo tutti questi elementi e noi non possiamo fare altro che rimanere sedotti dalla sua penna e dal suo carisma. Tra Gesù e Barabba, duemila anni fa, il popolo scelse Barabba e anche oggi – in un mondo discografico sommerso di Barabba – il popolo non poteva che scegliere un Barabba. Ma è un Barabba diverso. Meno ipocrita, che ha sempre fatto delle sue sconfitte le sue vittorie e in fondo, forse, non è poi così lontano dai sentimenti e dalle virtù cristiane.
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