Nashley: l’astro nascente del rap italiano
Articolo di Gabriele Dimarco
08.07.2020
Poche settimane fa è uscito “Ancora in piedi”, il nuovo progetto di Nashley, rapper vicentino della Sugo Gang. L’EP contiene 5 tracce, l’una più profonda dell’altra. La scrittura introspettiva e sincera di Nashley fanno di lui una delle promesse dell’hip-hop italiano, e basta ascoltare i suoi due pezzi certificati disco d’oro in questi mesi( “Nuovi Jeans” e “Cenere”) per capirlo.
Abbiamo colto l’occasione dell’uscita del suo album per fargli qualche domanda…
Voglio seguire una linea cronologica, quindi partiamo dagli inizi: quali sono le tue influenze musicali?
In realtà non ho mai ascoltato tanta musica italiana, quindi le mie influenze principali sono sempre arrivate dalla musica americana, poi negli ultimi anni mi sono avvicinato anche all’hip-hop italiano dato che ne faccio parte.
Nell’ottobre del 2018 pubblichi il tuo primo album, intitolato “REAL”, che include feat importanti tra cui Gué Pequeno e Mambolosco, però il successo arriva con “Nuovi Jeans”, secondo te perché?
Perché alla fine la verità vince su tutto, è un pezzo molto sincero che parla di me in cui tanta gente ha potuto ritrovarsi e secondo me questo fattore vince su tutto, diciamo che non è una trappata ignorante.
Poco tempo dopo, sulla scia del successo di “Nuovi Jeans” esce “Cenere”, una canzone che parla di crescita interiore e al giorno d’oggi è il tuo pezzo più streammato su Spotify con ben 23 milioni di ascolti. Ti chiedo: secondo te, alcuni ragazzi si rivedono in questi testi più introspettivi? Cosa li colpisce?
Io parlo tanto della vita quotidiana, delle cose belle e brutte che possano accadere nella giornata. Cerco di parlare di cose abbastanza comuni a tutti e quindi è più facile per loro ritrovarsi in questi testi, e cerco sempre di toccare aspetti di questo tipo.
Passiamo all’anno in corso e più specificatamente al 17 giugno, giorno in cui è uscito il tuo EP dal titolo “Ancora in piedi”, dalle canzoni inserite si nota un Nashley sincero e che si mette a nudo. E’ così?
Sì, credo sia il mio progetto più sincero, è proprio un progetto che viene dal cuore, fatto con massima sincerità, e si può dire che sia uscito da solo, nulla è stato “spinto”. A livello di scrittura e di basi rappresenta anche un progresso perché sono più maturo di prima, rispetto a “REAL” è un bel sviluppo.
Il pezzo che mi ha colpito di più dell’EP è “Dipendenza” in cui parli di un amore tossico da cui si fa fatica ad uscire, nel testo dici: “Sono dentro un mare di merda/Come ci sono finito giuro non lo so” e riesci ad esprimere appieno ciò che vive il protagonista, quante volte ti sei trovato in una situazione del genere?
Allora parto dicendo che non sempre i testi che scrivo sono autobiografici, mi capita per esempio di parlare con amici che mi raccontano le loro vicende personali e magari mi ci ritrovo anche. “Dipendenza” non riguarda una cosa bella quindi ho cercato di esprimerla a parole mie, anche perché di dipendenze ce ne sono tante, dalle sigarette all’amore, passando dalla droga e sicuramente in questa canzone molte persone possono rivedersi.
Il Nashley del futuro cos’ha in serbo?
Bella domanda…non lo so (ride, ndr)
Te la pongo in maniera diversa, dove ti vedi fra un anno?
Speriamo agli apici dell’hip-hop italiano, in fin dei conti io lavoro per questo, non faccio canzoni per due o tre persone quindi spero di poter arrivare a tutti e di aiutare tante persone a non sentirsi sole su certi argomenti, e magari con alcune canzoni cercherò di farle ballare; sicuramento spero di avere il successo che credo di meritarmi.
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