Tekashi potrebbe avere il coronavirus
Articolo di Redazione
23.03.2020
Sapevamo che prima o poi sarebbe successo, era solo questione di tempo: un giorno anche il mondo dell’hiphop avrebbe dovuto fare i conti con il Coronavirus. Ma non a suon di freestyle o canzoni dall’ironia macabra ma proprio fisicamente, a livello biologico.
Gli eventi drammatici hanno la forza di generare un ri-livellamento sociale, per cui non importa se sei una superstar miliardaria o uno sfigato qualsiasi: se ti tocca, ti tocca. E Tekashi 6ix9ine l’ha capito benissimo: dal buio della sua cella, infatti, si è levata una disperata richiesta di aiuto. L’audacia non è mai stata la caratteristica principale del trapper, è vero, ma in questo caso potrebbe anche avere ragione a preoccuparsi. Come ormai sappiamo tutti, il Covid-19 colpisce specialmente le vie respiratorie, e Mr Hernandez è asmatico. Pare che recentemente abbia manifestato respiro corto e altri sintomi riconducibili al virus, ma che non abbia ottenuto il permesso di essere traferito in ospedale.
La paura aumenta se si prende in considerazione la situazione del contagio nelle carceri statunitensi, della quale è rimasto vittima anche il famigerato Harvey Weinstein — che forse, per la prima volta, ha capito come ci si sente a non potersi difendere di fronte a qualcosa di molto più potente.
Tornando a Tekashi, il suo avvocato ha chiesto al giudice di modificare la sentenza, così da ridurre la pena e permettere al rapper di scontare gli ultimi quattro mesi di reclusione in isolamento domiciliare piuttosto che in carcere. Ma 6ix9ine è solo uno dei tanti detenuti con problemi di salute, e solo uno della popolazione carceraria più numerosa al mondo, che conta due milioni e mezzo di individui. Inoltre, le recenti misure proposte per contrastare la diffusione del virus sono troppe e contraddittorie: al contrario dell’Iran, che ha optato per una liberazione di massa, gli States potrebbero approvare un provvedimento che consentirebbe di mantenere in custodia per tempo indefinito qualsiasi detenuto in attesa di processo.
La speranza è che questa situazione porti a rivedere la condizione delle prigioni in generale, in modo da avvicinarsi un po’ alla loro pretesa rieducativa, fino ad oggi rimasta solo teorica. Per adesso possiamo riflettere e domandarci se per il sistema sanitario anche i detenuti per reati gravi, come assassini e stupratori, debbano avere diritto alle cure mediche. Mentre l’opionine pubblica si interroga se anche gli ”snitch” (come tekashi) e i criminali (come Weinstein), in fondo, siano essere umani come gli altri.
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