L’incognito sorriso di YNW Melly
Articolo di Alessandra Testori
14.03.2020
Vivere con l’immagine costante dell’iniezione letale dev’essere qualcosa di insostenibile —lo è già solo il pensiero dell’eventualità. Tanto più se hai appena vent’anni. Ma il giovane Jamell (aka Melly) è costretto a convivere con questa possibilità, dal momento che in Florida è ancora prevista la pena di morte per i reati maggiori, tra cui naturalmente l’omicidio, che è appunto l’accusa volta al rapper. Se verrà giudicato innocente, dopo una situazione del genere, anche semplicemente respirare l’aria fuori dalle mura della cella sarebbe un’esperienza commovente.
Questa sensazione di vittoria, di profondità vitale, si percepisce bene ascoltando i dischi di chi è già passato attraverso le mani della legge: primo tra tutti, Meek Mill, che ha avuto a che fare con la “giustizia” statunitense per almeno un decennio. Dal 2008, infatti, la sua vita è stata un continuo dentro-fuori di prigione a causa delle decisioni di un giudice imparziale, successivamente indagato dall’FBI per l’ambigua condotta.
In pratica, solo nel 2018 si è potuto ritenere veramente libero, e tutto il sentimento della rivincita trionfale è condensato in “Championships”, il suo primo album da totalmente libero. C’è qualcosa di inedito in questo disco, si sente paragonandolo con l’infinità di EP, mixtapes e singoli usciti in precedenza, una nota più brillante, la sensazione di una nuova e maggiore intensità vitale.
Si può solo sperare che il processo di Melly, a differenza di quello di Mill, sia condotto in modo regolare e trasparente e che, se un giorno sarà di nuovo fuori, il ragazzo di Gifford non debba scrivere barre come quella del suo collega di Philadelphia, “250 a show and they still think I’m sellin’ crack”.
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