”Il mio peggior nemico” – Riflessioni sull’inadeguatezza

Articolo di Redazione

08.02.2019

 

La scorsa settimana abbiamo avuto l’onore di ospitare Bunna, Paolito e Frank Sativa in occasione dell’uscita del loro nuovo singolo “Il mio peggior nemico”, un brano in cui si critica la tendenza ad individuare un nemico esterno invece di analizzare se stessi, ammettendo i propri errori e le proprie lacune. A un certo punto, nel corso dell’intervista, stava nascendo una riflessione che, per questioni pratiche, non si è potuta sviluppare al momento — ma lo si può fare adesso.

Ascolta l’intervista completa:

Il contesto musicale in cui si trovano gli artisti oggi è costantemente sollecitato da un’infinita varietà di prodotti, stili, tendenze e, soprattutto, da improvvise (ma incessanti) esplosioni di artisti emergenti. In una situazione tale il musicista, rapper o producer, si ritrova in una perenne competizione in cui ogni giorno assiste alla vittoria altrui. Una vita da eterno sconfitto. Eppure, è proprio questo stato mentale a generare le opere migliori. Porsi in eterno paragone con gli altri artisti è pesante, ma è uno specchio prodigioso. Per ogni punto di forza dell’altro, l’immagine riflette le proprie imperfezioni e fragilità, enfatizzandole. Ed è un bene: individuare i propri errori è l’unico modo per poterli correggere. Inoltre, il greve senso di inadeguatezza derivante dal confronto è fonte di frustrazione e paranoie, e un artista frustrato e paranoico ricerca spasmodicamente sollievo nell’arte.

Effettivamente, non è raro per i rapper che hanno appena raggiunto il successo ritrovarsi privi di ispirazione.

Svuotati dalle ansie e dai turbamenti dell’animo, nonostante abbiano ancora di cui scrivere, non sentono più la forte spinta alla trance creativa — se il mondo diventa un luogo piacevole in cui stare, non c’è motivo di rifugiarsi altrove. Ma si tratta di una fase temporanea, anche perché, se così non fosse, tutti i musicisti di successo avrebbero smesso di fare arte non appena guadagnata la notorietà — cosa che, in effetti, in alcuni casi accade.

La capacità dei grandi di migliorarsi ulteriormente dopo essersi affermati è la stessa che li ha portati sulla vetta: l’unico modo per rinnovarsi e crescere artisticamente è, ancora, l’autocritica. L’ansia di non essere all’altezza degli altri che accompagnava l’artista all’inizio si trasforma nella fobia di non essere in grado di realizzare un’opera che sia all’altezza della precedente, quella che ha portato il successo. E, grazie a questa ossessione, i veri maestri riescono a fare arte per tutta la vita, superandosi ogni volta.

In studio Frank Sativa, Paolito e Bunna con Rakno. Intervista del 07.02.20